31/10/07

Lu primm'ammore


Si chiamava Nicole Chapman e io ero pazzo di lei. La gente diceva che ero pazzo e basta, che la differenza di età tra noi era un ostacolo insuperabile. Lei aveva 16 anni e io 3. Forse per questo non mi feci mai avanti. E adesso, sapendo l'età delle fidanzate di Briatore, mi mangio le mani.
Passai gli anni a spiarla in silenzio, Nicole. Piangevo per un nonnulla, mi sbavavo addosso pensando a lei, bagnavo il letto sognandola. E anche quando non la sognavo.
Io, invisibile, la osservavo ogni giorno, la seguivo tra le aule e i corridoi della scuola. Era piccola, sinuosa, morbida, calda come un bonbon al liquore. Quando danzava sembrava una gatta e sentivo il mio cuore sanguinare sotto i suoi artigli, e quando cantava sapeva ruggire e poi spiccare il volo come un angelo. Mi bastava. Il mio amore era puro e innocente, mi beavo nel pedinarla con gli occhi, mi saziavo della sua visione.
Avrei voluto mandarle lettere d'amore, ma ancora non sapevo scrivere.
Non provai nemmeno gelosia quando a conquistarla fu Jesse Velazquez. Bravo ragazzo, in fondo, Jesse, sotto quella scorza da macho. Non m'importava che fosse lui a stringerla tra le braccia. Del resto cosa potevo offirle io, a parte le caccole? Era sufficiente che Nicole esistesse, che i suoi occhi neri brillassero come due pozzi profondi che riflettono il cielo stellato.
Ah Nicole, che amore è stato il nostro, diretto, semplice, un viaggio su una strada lunghissima e dritta, ma a senso unico. E passo dopo passo io crescevo e invecchiavo mentre tu restavi la stessa. La solita 16enne che sembrava più matura.
Tu, eterna donna-bambina, se solo t'incontrassi oggi che sono un uomo, se potessi finalmente avvicinarmi... mi arresterebbero.

25/10/07

Tu partorirai senza dolore!

Oggi mi è capitata una cosa bella che non mi capitava da tempo, o che addirittura non mi era capitata mai. Qualche ora fa, mentre guidavo sotto un cielo grigio sputacchiante, mi è venuta un'idea per una sceneggiatura, una storia breve, massimo tre tavole, pensavo.
Al centro c'era un dialogo che mi si snodava in testa, incurante dei semafori e dei pedoni.
Tornato a casa mi sono messo davanti a questo monitor e ho buttato giù questo dialogo, che in realtà assomiglia più a un monologo, perché... be', c'è un motivo valido, giuro.
Quindi ho aperto word e ho cominciato a stendere la sceneggiatura. Liscia, facile, (semplice?), dritto come un treno, godendomela tutta mentre mi si dipingeva sotto gli occhi. E qualche minuto fa ho terminato. Cinque tavole (col trucco) in tutto.
Dall'ideazione alla conclusione in tre ore, a me, uno degli esseri creativamente (per non dire mentalmente) più lenti del pianeta, non era mai capitato. Record personale.
Allora farà schifo, diranno alcuni di voi.
Ma schifo farai tu, risponderò io.
Dal titolo alla fine in un sol boccone, è un'abbuffata che mi ci voleva.

20/10/07

Comicità zen

Un buddhista entra in un caffè e con cordialità saluta ad uno ad uno tutti i presenti. Il barista digrigna un "Salve", il tedesco gli mostra il dito medio, il francese sputa a terra e l'italiano risponde "Ma vafanculo!". Il buddhista chiede per favore un bicchiere d'acqua. Il barista tira fuori dal sacco della spazzatura un bicchiere di carta e poi si reca nel retrobottega. Si ode il rumore di uno sciaquone, quindi il barista torna con il bicchiere colmo d'acqua. Il buddhista lo ringrazia con svariati inchini. Il tedesco dice: "Dopo che facciamo l'amore mia moglie mi prepara sempre un piattone di wurstel e crauti und un boccale di birra!". Allora il francese dice: "Dopo che facciamo l'amore mia moglie mi prepara un piatto di escargot e stappa lo champagne!". All'italiano scappa un rutto e dice: "Scusate, ma i wurstel con lo champagne più la pepata di cozze di mia moglie mi danno acidità..." Al che il buddhista dice: "Io non mangio da cinque giorni ma l'Amore che provo per voi sfama la mia anima e colma di gioia la mia vita."

11/10/07

Cose che tutti preferirebbero non sapere e che nessuno ha mai nemmeno lontanamente immaginato di chiedere

Evviva, sono stato nominato per la mia prima catena di blogger. Mi ha tirato dentro accakappa ed è una di quelle catene insidiose che possono rovinare per sempre l'ottima reputazione che uno si è meticolosamente costruito nel tempo.
Per fortuna non è il mio caso.
Ma vi ricordate quando arrivavano le vere catene di Sant'Antonio, malefici oggetti in carta e ossa? Quelle che promettevano immani sventure se non le avessimo inoltrate?
Ahaha, io le stracciavo, le bruciavo, me ne fottevo alla grande di quegli strumenti malefici che facevano breccia nelle menti più deboli e impressionabili! Fanculo a voi e alle vostre stupide superstizioni!!!

E infatti adesso ho una vita di merda.

Quindi aderisco di buon grado a questa catena che ha come argomento "Cose, nomi, animali e mestieri che non sapete di me".

- Una volta ho rischiato la vita per una ragazza ma l'unico punto in comune con Romeo e Giulietta è che lei stava in balcone quando l'ho avvistata. Ero in sella allo scooter ed incantato, con la testa per aria, sono andato a sbattere contro l'auto che mi precedeva. Son caduto di lato, la mia testa protetta dal buon vecchio casco non omologato ha picchiato sull'asfalto e ho visto la ruota anteriore sinistra di un'auto venirmi incontro e passare poco distante dal mio inutile cranio. Da quel momento fino a quando ho lasciato la scena non ho più guardato verso il balcone.

- Mi perdo spesso in elaboratissime fantasticherie che mi vedono vestire il ruolo dell'uomo più amato del pianeta, possessore di meravigliose e uniche qualità che non possono non suscitare l'ammirazione di ogni essere senziente, l'invidia dei meschini e l'eccitazione delle donne.

- Ci sono episodi che mi riguardano talmente imbarazzanti che la sola idea di scriverli fa apparire la prospettiva di trascorrere tutta la mia esistenza su una piccola isola con la sola compagnia di Malgioglio come il minore dei mali.

- Da bambino giocavo a calcio con un'amichetta. Io contro di lei, porta a porta, ognuno da un lato del piccolo cortile del condominio. La chiamavamo "La partita infinita" perché abbiamo continuato a disputarla per anni, senza azzerare il punteggio. Credo che complessivamente avessimo superato quota 2500 goal e sono abbastanza sicuro che sia un record. Oggi quella mia amica d'infanzia è una monaca di clausura.

- Footloose era uno dei miei film preferiti e sicuramente quello che ho visto più volte. Io non ballo. Alle feste ero quello sempre seduto da una parte. Ma segretamente sognavo che Kevin Bacon arrivasse in città in sella ad un trattore e mi insegnasse quei magnifici passi. Non è successo.
Del resto immagino ci voglia un po' per arrivare in trattore dall'America.

- Quella domenica mattina di più di 10 anni fa ero a casa a cazzeggiare (cosa che faccio sempre) col Biondo. Mi misi a canticchiare "Dune Buggy" (cosa che non faccio mai), canzone degli Oliver Onions dalla colonna sonora di ...altrimenti ci arrabbiamo, 1974, regia di Marcello Fondato. Poi accesi la radio (cosa che non faccio mai) sintonizzata su una stazione a caso. E Quella Fottuta Radio Trasmetteva Dune Buggy! (Cosa che la radio non fa mai!)
Cominciai ad imprecare (cosa che faccio spesso) colmo di stupore & terrore, finalmente consapevole che siamo solo burattini sotto la spietata regia di una mano superiore. Quella di Marcello Fondato. Colonna sonora degli Oliver Onions.

- Se me ne andrò per morte naturale, sarà per un attacco di cuore.

Giro questa catena a cetra, perché è una brava ragazza e so che non mi deluderà. A ScuoladiLadri & Lucy (mi rifiuto di chiamarla col suo nuovo nick) perché se no mi metto a piangere. Ad ABS&Ganglio, perché so che ABS non la farà al contrario di Ganglio, il quale potrà una volta per tutte dimostrare che razza di essere infimo sia il suo coinquilino di blog. Clemente Mastella, così che si possa distrarre dalle cose brutte e cattive che gli stanno capitando in questo periodo. E infine ad Ossimorosa, per leggere la motivazione arguta con cui declinerà l'invito.

05/10/07

Passeggiata a mare


Cinque ragazzi indiani giocano a cricket.
Soffia un vento leggero e fresco. Qui c'è sempre.
Lo scafo di una barca a vela, grigio chiaro e lucidissimo, è acceso dal sole e riflette le increspature dell'acqua, guizzanti lingue d'oro in eterno movimento. D'improvviso le imbarcazioni si agitano, cominciano a ballare, sbatacchiate da un'onda più grossa nata a largo, dall'acqua docile e lo scafo irruente di un traghetto già lontano.
Gruppi di vecchi conversano, seduti sulle panchine o appoggiati alla ringhiera. Gli alberi sono grandi e forse più vecchi di loro, i loro lunghissimi rami si distendono per parecchi metri, sporgendosi in alcuni punti oltre la ringhiera per protendersi verso il mare. Un pescatore, uno dei tanti, tira su un pescetto ed un gatto si scuote lesto dal suo molle riposo e gli si avventa contro, senza successo, tra gli schiamazzi e le risate della gente. Che non lo sfiorano.
Coppiette si baciano, ignoranti.
Ragazzi corrono in lunghi giri, mi passano davanti ad intervalli irregolari.
Un tizio si è tolto le scarpe, ha appoggiato i piedi sulla panchina su cui siede. Così raccolto, legge un libro.
Quattro turisti si fermano per fare delle foto. Immagino di intavolare una conversazione con loro. Metto faticosamente in fila nella mia testa quelle parole straniere, ma disertano subito. I forestieri mi chiederebbero cosa stia facendo seduto qui, con questo quaderno in mano.
"I'm taking pictures too." rispondo, ed è una risposta davvero figa e mi crogiolo nella loro smisurata ammirazione.
Ma in realtà sono già lontani, come il sole che non carezza più lo scafo grigio. L'eterno movimento è adesso invisibile.
Cinque ragazzi indiani giocano a cricket.