17/04/09

Peanolis

Certe volte salivamo alla pineta, quella di fronte alla scuola. Non è come la immagini, è una pineta di pochi alberi, il minimo sindacale. Una pinetina, ma ancora più piccola di quella dell'Inter. Quanti pini ci vogliono per fare una pineta?
Salivamo alla pineta perché lì c'erano le pigne, e dentro le pigne i pinoli. Non ci stavano ancora i drogati e gli spacciatori. O forse sì, ma avevano altri orari.
Andavamo a raccogliere i pinoli e tirare calci alle pigne. Capitava che le pigne cadessero dagli alberi, giù dritte sulla testa. Di questo però non sono certo. Colpa della botta, forse. Dare un calcio a una pigna, poi, può far male, soprattutto se è ancora fresca e piena.
Comunque, soprattutto, raccoglievamo pinoli. Rompevamo i gusci con un sasso e poi li mangiavamo. I pinoli, non i gusci. Non che mi facessero impazzire, e ancora adesso lo stesso. Sarà stato il gusto della ricerca. L'ebbrezza di procacciarci il cibo da soli. Per fortuna a casa ci aspettava un pranzo più sostanzioso.
Sì, perché ci andavamo certe mattine d'estate alla pineta. Quando il caldo spingeva le pigne giù dagli alberi, e noi su per la strada, fino all'ombra sempre fresca dei pini.