29/04/07

Messo l'ultimo punto


Messo l'ultimo punto alla prima stesura.
In sottofondo c'erano The Arcade Fire, il primo album, capolavoro.
Che hanno fatto pure un secondo album, capolavoro.
Quasi speri che non ne facciano un terzo per paura che non sia un capolavoro. Che poi rimani deluso. Com'è successo con The Cooper Temple Clause. Che vi è preso ragazzi? Ridurvi a una brutta copia degli Snow Patrol, mai me lo sarei aspettato...
E mi ritrovo così senza più un gruppo preferito, che se qualcuno mi ferma e mi chiede "Qual è il tuo gruppo attuale preferito?", per es. mi ferma Lucignolo che sta sempre sulla notizia, mi vede e subodora che qualcosa non va, si avventa su di me con questa domanda scottante e sono fottuto... Non posso più dire Cooper Temple Clause che poi la gente va a sentire l'ultimo album e ci faccio na figuremmerd.
Magari gli dico Death Cab For Cutie, o Okkervil River che tanto Lucignolo che cazzo ne sa... o magari invento proprio un nome di sana pianta, tipo The Last Word Of A Mimo o The Zanzaras e ne esco alla grande.
E cerco Zanzaras su google, che non dovrebbe esistere, ed invece.
Messo l'ultimo punto alla prima stesura.
Lo lascio un po' a riposare e ascolto Neko Case per stare tranquillo, che è quella dei New Pornographers, hai presente Lucignolo?
E cerco foto di Neko Case che non l'ho mai vista in faccia e ne trovo una in cui vedo molto più della faccia.
Non me l'aspettavo.

26/04/07

The Lost Art Of Compilation

Tutto sommato la scomparsa di Max l'ho superata bene. Ho avuto quasi subito la consapevolezza che la roba lì immagazinata e andata persa era, più o meno facilmente, recuperabile.
Soltanto stamattina però, rovistando nel mio hard disk superstite in cerca di un po' di musica, ho realizzato che tra le vittime devo annoverare anche un oggetto fondamentale per me: la cartella contenente le mie canzoni preferite. Raccolta scrupolosa di poche decine di brani, maturata nel corso di anni, dopo una severa e meticolosa selezione.
Dovete sapere che io sono un listomane. Ultimamente ne sto uscendo, a fatica, ma ne sto uscendo. Credo che per me le liste siano un modo per mettere in riga (anzi, in lista) le mie astruse fantasticherie. Cazzeggio metodico.
Ma soprattutto, io sono un cultore della compilation. Sono convinto che realizzarne una non sia un lavoro da prendere sotto gamba e ottenere un risultato soddisfacente non è alla portata di tutti. La compilation ha bisogno di un tema, un filo conduttore e deve seguire un certo andamento. Non si improvvisa, a meno che il tema della compilation non sia "Improvvisazione".
Creare una compilation è un'arte.
The Lost Art Of Compilation.
Mesi fa ne ho realizzato qualcuna per degli amici che gestiscono un locale e sono stato preso dalla febbre da compilation, ne sfornavo una dietro l'altra, non riuscivo a fermarmi (e adesso quelle opere d'arte giacciono sotto un mucchio di altra robaccia senza valore!)
Comunque... quella cartella andata persa conteneva il lavoro di una vita, la raccolta che sarebbe sfociata nella compilation definitiva, la MIA compilation. O meglio, le MIE, visto che essa era a sua volta divisa in due sottocartelle: una chiamata "blue", contenente i brani più languidi, tenebrosi, sentimentali e deprimenti, destinati a bruciarsi in una compilation catartica, quella da mettere su quando piove e il tuo cane ti ha lasciato, la tua fidanzata ti ha licenziato e il tuo capo è morto. E la seconda sottocartella contenente semplicemente "tutto il resto".
Ora che tutto ciò è andato perduto mi trovo a constatare con inquietudine un paio di cose.
Che di queste mie canzoni preferite ne ricordo davvero pochissime. Non ho smarrito solo un elenco, ma anche la memoria stessa di certe cose, canzoni, a cui credevo di tenere.
E che le poche che ricordo stavano tutte nella cartella "blue".






24/04/07

Sono un fumetto!

Alle medie io e 3 miei amici creammo un fumetto, gli "Absurd Heroes", che avrebbe potuto far crepare d'invidia Frank Miller. I protagonisti eravamo noi stessi, con le nostre identità segrete, i nostri superpoteri e le nostre sbalorditive avventure. Ogni albo era un corposo volumetto in formato "quaderno a quadretti" in copia unica, periodicità "ogni morte di Papa", costo inquantificabile. Il processo creativo era rivoluzionario: uno di noi disegnava alcune pagine e poi lo passava a un altro che faceva lo stesso, e via così. La pubblicazione di questa serie (per un totale di due/tre numeri) continuò anche nei primi anni del liceo per poi interrompersi tra lo sconcerto e la disperazione dei fans.
Da allora non sono più stato in un fumetto.
Stanotte, dopo essere stato spennato come al solito a poker ma avendo mantenuto comunque il buon umore, passo nel blog del grande Mak e SORPRESA... eccomi là! Marco mi ha onorato infilandomi in una delle sue strip... a parte i capelli da Rain Man, sono proprio io.
A chi ancora non avesse visto quel blog consiglio di rimediare e poi non potrà più farne a meno. Mak ha un talento incredibile e uno spirito unico. Constatate di persona e così avrete la certezza che con queste righe non sto semplicemente "ricambiando il favore".
Intanto io sono di nuovo un fumetto.
E me la godo.

22/04/07

tachicardia

A meno che non sia stato uno scherzo, mi hanno appena annunciato di essere il vincitore della sezione sceneggiatura di Lanciano nel Fumetto. E' arrivata del tutto in aspettato, perché credevo che i vincitori li annunciassero ieri.
Al telefono ho perso l'uso della parola e mormoravo cose sconclusionate.
Vado a stendermi un attimo.

Magna come parli


Ier sera ho mangiato al ristorante arabo.
Stamane ho scoperto che il mio stomaco è razzista.

20/04/07

Sempre la stessa faccia

Parto da Balloons Blog che mi fa riscoprire "Kyrie & Leison", la strip di Pino Zac (qualche fugace incontro lo ebbi tantissimi anni fa e non so dove... eppure quel prete e quel diavolo li ho riconosciuti a prima vista). Seguo il link che mi conduce a un'essenziale galleria di alcuni suoi lavori (bellissimo "C'è del verde in città") e subito mi salta all'occhio l'immagine che vedete quassù. Una copertina del leggendario "Il male" e quella faccia inconfondibile.
E non so se sono più ammirato dalla sfrontatezza (coraggio, sfacciataggine, impertinenza, temerarietà, palle) del ritratto o afflitto nel constatare che dopo 25 anni quella faccia è sempre la stessa.

18/04/07

La mano del pollo


Cosa si prova a essere Il Pollo?
Be', potrei mentire e dire che è una buona cosa essere consapevoli del proprio ruolo, avere una certezza.
Ma sarebbe una stronzata.
Essere Il Pollo è brutto. E riconoscersi come tale è ancora peggio. Beato il pollo che ignora la sua condizione e affronta ogni momento della sua vita con la spavalderia di un galletto.
Eppure i segnali ci sono, basta saperli cogliere.
Il Pollo è l'unico ad avere la dote, invece che in fiches, in patatine. E quando tutti fanno cip, a lui viene spontaneo fare chicchirichì.
Eh, si cerca di sdrammatizzare, ma la situazione è tragica. Il Pollo, come il condannato a morte, ha il destino segnato. Si sa che finirà spennato. Magari una volta su mille gli va pure bene, arriva la grazia. Ma meglio non contarci troppo.
Però Il Pollo è ostinato, ogni volta ci ricasca, crede di poterla spuntare.
Ma sì, non ha poi tutti i torti... La ruota gira. Finalmente arriva il momento giusto anche per lui. Se entrano le carte c' è poco da fare, non importa che tu sia pollo o gazzella, comincia a godere.
E quando quelle quattro bellezze ti sfilano tra le dita come un'apparizione, desiderabili come nessun'altra donna vestita potrà mai essere, be', cazzo, è fatta! Non puoi perdere!
Guardate e schiattate! Alla facciazza vostra!
...
...
Allora lo vedi che sei proprio un pollo?...

15/04/07

Mondadori mon haine


Ieri mi sono recato alla Libreria Mondadori e ho acquistato 5 Oscar Mondadori, ché era l'ultimo giorno degli sconti del 30%. Meno di 30 € per 5 bei libri non è per niente male, pur se devo convivere per un po' con il fastidio di averli donati interamente a quella casa editrice. Del resto hanno un catagolo pazzesco. E se D'Alema può perfino pubblicare con loro (però mi sa che gliene hanno dette così tante che non lo fa più...), fanculo, io potrò pure spenderli 'sti 30 €, visto soprattutto che compro roba bella e non i libri di D'Alema.
Comunque... ho portato a casa un cult, un classicone, due opere di due pezzi grossi e un'incognita.
Quindici anni fa Generazione X ebbe un tale impatto da divenire un marchio, destino curioso per quello che voleva essere un ritratto di una generazione che si distingueva (non distinguendosi) proprio per la mancanza di tratti comuni definibili. Così ancora oggi quest'etichetta salta fuori ogni volta in cui si discute di nonsisabenecosa. Finalmente potrò risalire all'origine di tutto leggendo il libro di Coupland, che già si presenta in maniera unica, con la sua forma quasi quadrata e le sue annotazioni a margine. Dieci piccoli indiani è riconosciuto come il capolavoro di Agatha Christie. Da ragazzino andavo avanti a pane e gialli, di ogni tipo, da quelli da camera all'inglese ai miei amati hard-boiled. Poirot però (poroporoppoppero però) spariva al cospetto di figure gigantesche come quelle di Holmes, Wolfe o Marlowe, così non mi appassionai mai particolarmente alle opere della scrittrice inglese. Ma questo libro, a quanto pare, è una delle vette massime del genere, ed è giunto il momento di verificarlo. Di Salman Rushdie non ho mai letto niente e non so bene cosa aspettarmi da lui. Prima o poi toccherà leggere Versi satanici per vedere cosa aveva fatto incazzare così tanto quell'equilibrato e simpatico ometto che era Khomeini, ma ho deciso di cominciare a esplorare il mondo dello scrittore indiano con qualcosa di più leggero: I figli della mezzanotte, 500 paginette di frizzante e tragicomico intrattenimento (ho sparato a caso). Del sommo Heinrich Boll, dopo aver letto il noto Opinioni di un clown, ho scelto E non disse nemmeno una parola. Sospetto di essere stato stregato dal titolo. Infine l'incognita, L'acquedotto di New York di E. L. Doctorow, acquistato ancor prima di fare qualche ricerca sull'autore a me del tutto sconosciuto. Sono stato catturato dall'ambientazione del romanzo, la New York di fine Ottocento, stretta tra la miseria e lo slancio verso la modernità.
Insomma, ne ho di roba da leggere, considerando anche il mucchio di precedenti acquisti che ancora mi attendono, sparpagliati per mensole varie. Una volta fatto, magari, tornerò a parlare di qualcuna di queste opere.

13/04/07

Thursday Night Blues


Esci che è tardi. Tardi per i tuoi standard.
Ti metti in auto, da solo, e ti dirigi al Centro. In una città spalmata sulla costa e che straborda sui colli, il concetto di Centro è molto vago.
In auto neanche accendi la radio, perché sai che il giovedì sera può capitare di passare per strade quasi deserte e quasi silenziose, e coglierne i rumori, mentre con due dita governi il volante, è una di quelle distrazioni innocue che ti mantengono caldo. Avevi pure pensato di uscire a piedi, passare per la scalinata buia che taglia un bel pezzo di strada e che da bambino ti faceva paura. Ancora oggi, quando ti capita di passarci, combatti con te stesso per rallentare il passo. Alla fine hai preso l'auto e una manciata di minuti dopo l'hai posteggiata in una traversa.
Colto la traversa, hai sfiorato il palo... questa è sfortuna signori, lo vedete bene.
Non ti chiedi se dovresti temere l'incessante ronzio della tua mente. I pensieri sono mosche che vagano, vorticano e sbattono in cerca di una via d'uscita. Poche riescono a superare il vetro e prendere il volo. No, del ronzio non ti preoccupi, ti fa compagnia mentre cammini nelle strade tranquille della notte di un giorno feriale.
Superi il gorilla e sei nel Locale. Due secondi e già ti chiedi che ci stai a fare. Pochi amici, che si vedono appena. Uno che va già a casa, uno che raccoglie bicchieri vuoti, un altro che lascia sciogliere il ghiaccio nel negroni, concentrato a fumare.
Bevi una birra sul primo gruppo, ragazzini che fanno casino e saltano come rockstar con i loro compagni di scuola. Chissà quanto sembrano fighi agli occhi di quelli, chissà che adolescenza felice. Meglio per loro, potresti dire. E invece li invidi soltanto.
Bevi un'altra birra che sembra acqua sul secondo gruppo, il clou della serata. Bevi per forza, per mandare giù la voce gracchiante del cantante e i suoi stupidi versi. Il gruppo non suona male, ma non basta. Proprio non basta. Non resisti più, prendi la giacca ed esci senza salutare nessuno, ché non hai voglia di cercare. Porti la bottiglia con te.
Esci da lì che è presto. Presto per i tuoi standard.
In auto infili la bottiglia tra le cosce, sta su bella dritta che potresti sputarci dentro e fare centro. Ti fermi vicino ad un raccoglitore per il vetro, versi l'acqua colorata sull'asfalto e ti disfi del corpo.
Torni a casa che non hai ben capito.
Senti solo, sopra il ronzio, il solito disco rotto: "Devo andarmene da qui, devo andare via..."

11/04/07

Offerte che si possono rifiutare


Ogni giorno faccio un giro scrupoloso sui siti che pubblicano offerte di lavoro. Si sa che è importante avere certezze nella vita e nel mio quotidiano giro virtuale ho la sicurezza di non trovare niente di adatto a me. Quest'ultima parte è importante, "adatto a me". Sono schifosamente schizzinoso.
Per cominciare scarto tutte le offerte rivolte a ragazze, non mi sento ancora pronto a un cambiamento così radicale. Sorvolo su quelle per ambosessi, perché purtroppo ne ho solo uno.
Essere animatore non fa per me, è una categoria che non sopporto, sono i testimoni di Geova dei villaggi vacanze. La loro missione: convertirti al divertimento ad ogni costo. Provare a spiegargli che non credete nel valore salvifico del ballo di gruppo o del gioco aperitivo è tempo sprecato.
Agente di vendita, richiesta bella presenza, buona dialettica e spirito intraprendente. 0 su 3.
Operatore call-center. Ok, facciamo un 40 telefonate in un'ora, per un turno di 4 ore, fa 160 telefonate, nel 65% delle quali, come dimostrano gli ultimi sondaggi, è presente un "Vaffanculo", per un totale di 104 "vaffanculo" al giorno. Ben 103 "vaffanculo" in più di quanto un individuo molto paziente possa sopportare.
Baby sitter. Mi sono informato ma purtroppo non è tollerata la somministrazione dei sedativi.
Contabile? "2 and 2 always makes up 5".
Facchino. Ahi... ahiahi.... aaaaaaaaaaaaahiiiiii
Cassiere no, ho paura delle rapine.
Assicuratore no, ho paura di rapinare.
E un altro giorno da inoccupato trascorre così.
Ma non si può dire che io non faccia niente. Non trovare lavoro è un'occupazione impegnativa.

09/04/07

Ultimo controllo

- Pallone?
- C'è.
- Frisbee?
- C'è.
- Guantoni da beisboll?
- C'è... stanno.
- Palla da beisboll?
- Sì.
- Racchettoni?
- Presenti.
- Palletta di gomma?
- Palletta...
- ...
- ...
- Palletta di gomma?
- Sembrerebbe che...
- Parla più forte.
- Manca.
- Ripetere, prego, ripetere. Passo.
- Palletta di gomma assente. Passo.
- Niente palla di gomma per i racchettoni? Chiedo conferma, chiedo conferma, passo.
- Confermo, manca una palla.
- Rientro alla base.
- Ma che minchia dici?
- No, andate voi, davvero, non me la sento di andare allo sbaraglio così, senza un minimo di organizzazione. Siamo sempre i soliti. I soliti italiani. La solita Italia. Un paese nel caos.
- E tu che farai?
- Boh... guarderò Domenica In...
- Ma se è lunedì.
- Eh eh, ma l'ho registrato! Sono uno organizzato, io...

05/04/07

Rest in Peace, Max



Ieri è venuto a mancare all'affetto dei suoi cari l'Hard Disk esterno Maxtor Basics Personal Storage 3200 320 GB, per gli amici Max. Max era con noi da poco più di un mese ma da subito aveva conquistato l'amore di coloro che avevano avuto la fortuna di conoscerlo. Era un tipo silenzioso, sempre pronto e disponibile quando c'era bisogno di lui e aveva ancora tantissimo da dare.
Se ne è andato all'improvviso, per un banale incidente, una caduta da una piccola altezza che però gli è stata fatale. A niente sono serviti gli immediati soccorsi e gli interventi rivolti a fargli riprendere conoscenza. Max non ha risposto agli stimoli e siamo stati costretti a prendere l'ardua decisione di staccare la spina. Si è spento così, senza soffrire.
Ha portato via con sé una parte di noi, circa 30 gb, lasciando un vuoto incolmabile, intorno ai 290 gb. Perché Max, perché?!?!

04/04/07

Quando la Verità viene a galla



Benvenuti alla nuova edizione di "Quando la Verità viene a galla... tira di nuovo lo sciacquone!", le notizie che non guardano in faccia a nessuno, anche perché le notizie non hanno occhi.

- Caso JFK. Dopo decenni di mistero in cui le più svariate teorie complottistiche si sono succedute senza sosta, la CIA ha finalmente deciso di fare chiarezza sulla morte del Presidente John Fitzgerald Kennedy: si trattò di suicidio.

- Apertura della Chiesa verso le unioni omosessuali: sono permesse, ma non al di fuori del monastero.

- Michael Jackson respinge per l'ennesima volta le voci di una sua presunta pedofilia e si dichiara profondamente sconvolto e imbarazzato. Per dimostrarlo ha già prenotato un intervento facciale che gli consenta di arrossire. Intanto si è venuto a sapere che la prima parola pronunciata dal figlio della nota pop-star fu "Aiuto!".

- Nipote dell'ex CT Marcello Lippi sottoposto a lavanda gastrica: aveva mangiato la coppa del nonno.

- Un gruppo di storici ha svelato che il vezzo di Napoleone Bonaparte di tenere una mano infilata nel panciotto era in realtà dovuto alle spropositate dimensioni del suo pene.

- A distanza di molti anni dall'uscita del film "Johnny Stecchino" emerge un curioso retroscena. Una battuta del film di Benigni fu modificata a seguito delle pressioni del Vaticano. "Ma quanto costano le banane a Palermo?" in origine infatti doveva essere "Ma quanto minchia costano le mele nell'Eden?"

- La Nasa smentisce una volta per tutte che l'allunaggio del 1969 fosse una montatura. Rivela però che il vero obiettivo della missione era di raggiungere Le Indie.

- Scandalo in una scuola: professoressa ripresa mentre fa lezione.

02/04/07

Alla faccia dell'orrore!


Viene un momento in cui lo vuoi vedere in faccia quello scrittore.
Mi è successo stamattina dopo aver letto un racconto di Joe R. Lansdale. "Piccole suture sulla schiena di un morto" s'intitola, anno 1986, ed è uno di quei racconti che ti fanno strizzare gli occhi, arricciare il naso e stringere i denti.
Vero anche che ero sul cesso mentre lo leggevo, ma posso assicurare che l'espressione intensa era dovuta al racconto.
Dopo aver letto una cosa come questa, così diversa dalle altre storie che la precedono in questa antologia di racconti e probabilmente anche da quelle che seguono, senti il bisogno di vederlo in faccia il tizio che ha messo in fila tante parole laceranti come seghe arruginite, e che solo qualche pagina prima ti aveva fatto sghignazzare.
Così digiti il nome in quello strumento miracoloso che è google e premi invio.
Joe R. Lansdale oggi e un signore coi capelli bianchi, robusto che quando sorride sembra un predicatore. Ma vai a pagina 2 e trovi quel che cerchi. Foto del 1989, seduto a un tavolo mentre legge un suo racconto, espressione da nerd, occhiali da nerd, taglio di capelli da nerd e felpa esageratamente da nerd. E tutto torna.
Sono davvero pochi gli scrittori all'altezza dell'immagine che ci si fa di loro leggendo le loro opere. Hemingway è un aitante uomo d'azione, sir Arthur Conan Doyle incarna un perfetto dr. Watson, lo sguardo di Philip K. Dick sembra un oscuro scrutare e Bukowski ha inciso sulla pelle ogni suo racconto.
Agli antipodi si collocano i maestri dell'orrore. Poe è uno Charlot fragile e senza gioia, il giovane Stephen King (nella foto) un cicciobombo che ogni bullo vorrebbe avere in classe e il trapianto di capelli di Dean Koontz è la sua invenzione più spaventosa.
I maestri dell'orrore sono, in tutta evidenza, degli sfigati.
Forse per questo sono così bravi a mostrarci la crudeltà.