08/04/08

Domeniche - The Writer's Cut

Per chi non lo sapesse, "Domeniche" era un interessante esperimento mio e di Makkox, io ci mettevo le parole e lui le immagini. Non si partiva da una sceneggiatura ma da un testo leggero che potesse ispirare Marco e ne accompagnasse le magnifiche illustrazioni. Il primo (e unico) episodio lo trovate qua, andate a vedere, io vi aspetto.
...
Fatto? Bene. Come potete immaginare il testo così, nudo, lascia il tempo che trova, ma ho promesso a Skiribilla che lo avrei postato, e io mica sono un politico. Se non si capisce niente prendetevela con lei.
Tra parentesi e in corsivo metto le poche note al testo che servivano a spiegare meglio a Mak cosa stesse accadendo. Cominciamo.

*****
(Il dialogo che segue si svolge mentre i due lavorano. Fanno gli attacchini e stanno mettendo su un grande manifesto pubblicitario.)

- …allora, mentre sua sorella era in bagno, Succhione le urla che sta uscendo, che va a giocare a calcetto o roba simile. Va alla porta, la apre, la richiude sbattendola… però non è uscito, capito? È rimasto in casa… Va in punta di piedi in camera della sorella e si infila sotto il letto. Questa crede di avere la casa libera e telefona al suo ragazzo che in mezzora è già là. E Succhione per tutto il tempo rimane sotto al letto, ti rendi conto?! Aveva previsto tutto! Questi si mettono a letto e cominciano al piccolo trotto… Succhione aspetta un po’… e poi di BOTTO salta fuori URLANDO e quei poveracci terrorizzati URLANO PURE LORO, il ragazzo della sorella scatta in piedi e scappa via in un’altra stanza coprendosi con un peluche e la sorella di Succhione è sconvolta e piange e Succhione ride come un pazzo allora la sorella prende una cintura e BAM molla un gran colpo sbattendogli la fibbia sulla fronte e gli apre uno squarcio e Succhione comincia a sanguinare e non ride più…
- Mi ha mandato un rullino.
- Eh?... Ma chi, Succhione?! Non ci posso credere… Sicuramente si è fotografato il…
- Ma quale Succhione!? Me l’ha mandato lei…
- Lei?
- Lei.
- La sorella di Succhione?
- Cazzo, hai di nuovo sniffato la colla… Dimentica quell’idiota di Succhione… LEI mi ha spedito il rullino… LEI!
- Lei??? Aaaaaaahhh… lei…
- Eeh…
- E che c’è in questo rullino?
- Non lo so.
- Non lo sai?! E cosa ne vuoi fare?
- Non ne ho idea.
- Ma sviluppalo, no!? Magari c’è roba che possiamo mettere su internet.
- …
- Bah, tu pensaci… comunque senti, senti che è successo dopo. Il fidanzato della sorella di Succhione sente le urla, si precipita nella stanza e vede il sangue a terra. Chissà che cazzo si crede, non capisce più niente, afferra una sedia e SBADABAM…

*****

Magari è andata così.
È una bella domenica di sole. Lei tira su la serranda, si affaccia alla finestra della sua nuova casa, nella sua nuova città, e capisce che una di quelle domeniche fatte apposta per una gita fuori porta. Allora fa un giro di telefonate, chiama gli amici…
Anzi, no.
Chiama il suo nuovo ragazzo.
Lui risponde al primo squillo.
“Che bella giornata, amore.” gli dice, “Ti andrebbe di fare un giro?”
E il suo nuovo ragazzo, che non è mica uno di quei perdigiorno che alle otto di una domenica mattina sta ancora a rivoltarsi tra le lenzuola, le dice: “Certo cara, tra un’ora sono da te.”
“Perfetto… Oh, quasi dimenticavo! Porta la macchina fotografica.”
“Accipicchia tesoro, purtroppo l’ho prestata a Gianvirginio e quel briccone non me l’ha ancora restituita.”
Si salutano. Mentre prepara lo zaino, lei pensa che è davvero un peccato non avere una macchina fotografica in una così splendida giornata… ed è a questo punto che si ricorda della sua vecchia analogica di plastica.
La ritrova in un cassetto. Quando la libera dalla custodia verifica subito se c’è il rullino. L’indicatore segna “18”.
Fissa il numero ma in realtà sta rovistando tra i ricordi, cerca di rammentare quand’è stata l’ultima volta che l’ha adoperata.
Quando ci arriva, di colpo il suo sguardo diventa marmo e le sue dita acciaio. La macchina emette un breve lamento.
Il suo primo pensiero è di tirare fuori il rullino e bruciarlo alla luce del sole di quella splendida giornata. O lasciarsi andare, solo per qualche istante, e pestarlo con le sue scarpe da ginnastica da escursione domenicale, riducendolo in pezzi.
Ma lei non si lascia andare. In un baleno ha di nuovo il controllo. Riavvolge il rullino, apre lo sportellino della macchina e lo tira fuori. Da un altro cassetto prende una busta, scrive un nome e giura a sé stessa che sarà l’ultima volta che lo farà. Sull’altra faccia della busta scrive il suo nome.
E quei nomi stanno lì, sui poli opposti di una busta di carta, destinati a non incontrarsi mai.
Magari è così che è andata.

*****

Ci starebbe bene se piovesse, gocce di quelle grosse che si frantumano sul parabrezza, aumentando gradualmente di ritmo, montando su come il Bolero di Ravel, mentre tu sei perfettamente fermo. Fermi i tuoi pensieri. Al minimo il respiro ed il battito.
Invece è una giornata uggiosa, che non sai bene cosa vuol dire ma te la sei sempre immaginata così, come questa, e nell’autoradio hai un cd degli Okkervil River e ti muovi sul sedile come se avessi le pulci e dentro la testa il mercato rionale e.
E ti rendi conto di quanto sei banale. Finire sotto casa della famiglia di lei, l’ex casa della tua ex, con un rullino infilato in tasca, sperando che piova. Ti aspetti che da un momento all’altro Muccino urli “Buona la prima!”
Invece battono sul finestrino.
La sorella brutta di lei ti sorride, oltre il vetro.
Senti un flusso di sangue incendiarti il viso.
La sorella brutta di lei adesso ti studia soltanto.
Si aspetta che abbassi il finestrino.
Tu alzi una mano.
Lei risponde al cenno, come un marziano che viene in pace.
Tu ti volti, giri la chiave, fai mugolare l’accensione e parti, fili via ma con andatura moderata, senza guardare lo specchietto, cavalcando il Bolero al suo culmine.
Invece sei solo a metà di “Dead dog song”.
E Moretti biascica “Buona la prima.”

*****

Stampa in un’ora un cazzo!
Già due ore d’attesa.
Il viale percorso quattro volte da entrambi lati.
Un’impronta lasciata su una merda di cane, così ben delineata che farebbe invidia a Neil Armstrong.
Due turisti stranieri bisognosi di indicazioni spediti in un quartiere da cui non usciranno vivi.
Commentato il traffico con un anziano.
Scrutati un numero esagerato di sederi femminili con un altro anziano.
E ancora niente.
Quasi pronte, dice il commesso.
Stampa in un’ora un cazzo!

*****

Tredici foto. Non le hanno sviluppate tutte, ma bastano queste per farti ribollire il petto.
Finalmente ricordi.

Era una domenica mattina, ti svegliò un tuono.
Poi il lampo.
Non realizzasti subito che qualcosa non tornava.
Poi ci fu un altro lampo vicinissimo. Il terzo ti accecò.
Lei, in ginocchio sul letto, rideva e armata di una macchina fotografica ti tempestava di flash.
Ti lanciasti su di lei con un urlo da guerriero unno, con una mossa fulminea la immobilizzasti e ti impadronisti della macchina. Scattasti a raffica, mentre lei cercava di schermirsi, nascondersi, sfuggirti, preda di un riso incontenibile.
La costringesti a implorare pietà, mentre fuori cominciava a piovere e la luce di un lampo lontano vi ritrasse stretti l’uno all’altra, incuranti del tuono.

Adesso hai dei frammenti di quella domenica mattina tra le mani, su carta lucida. Tredici lampi che fai scorrere tra le dita, piano, nonostante brucino ancora.
Poi la vedi, in mezzo alle altre, e mentre ti soffermi su quella foto, senti l’idea affiorare leggera insieme a un sorriso.

*****

(È sera, il nostro protagonista alla guida di un furgoncino prende il suo collega sotto casa. Mentre il nostro guida, l’altro non la smette di parlare.)

Passi a prendere il tuo scudiero.
- Oh, non hai idea di cosa ha combinato Succhione…
Ti immetti in autostrada, i primi chilometri dei tanti che ti aspettano scorrono sotto le ruote.
- …appena mette la prima la macchina si muove in avanti e BUM! si inclina tutta d’un lato e sbatte in strada. Succhione scende e vede che gli hanno fottuto due ruote e comincia a bestemmiare come un kamikaze che ha preso l’autobus sbagliato…
L’autostrada di notte sa di nulla infinito. Costruita nel vuoto, lontano da tutto, estranea al mondo che attraversa. Gli autogrill sono oasi artificiali che non danno sollievo. Percorri la tua corsia, a velocità costante, e potresti continuare così in eterno senza rendertene conto. Potresti sparire così.
O essere già sparito senza saperlo.
- …sai com’è Succhione quando vede una suora, perde completamente il controllo della sua testa di cazzo. Allora… eehhehehe mentre queste due si avvicinano lui ehehe si ributta in macchina e prova a farla camminare SENZA LE RUOTE…
Come ha tentato di farti sparire lei. Un rullino in una busta e puf… Un gesto plateale per una platea insignificante. Davvero ha creduto di poterti cancellare così?
- …mentre tenta disperatamente di andarsene arando l’asfalto comincia a PIANGERE… ehehe ormai è completamente PARTITO! Le suore gli battono al finestrino e a un certo punto eehehehe a un certo punto una urla con un vocione “Ma che cazzo fai?!”. Succhione si gira a guardarla e vede che ha una BARBA ALLUCINANTE e EHEHEHEEEE e si mette a gridare come un INDEMONIATO. Giustamente mica lo sapeva che era Halloween…
Nel momento in cui ha lasciato scivolare la busta nella buca, in quello stesso momento deve avere capito che i vostri resti, le vestigia di ciò che eravate, erano troppo pesanti per essere raccattati, impacchettati e spediti via.
Ne sei convinto.

*****

(Silenziosa scena notturna. I due attacchini sono in una strada cittadina. Si muovono furtivi nella notte, intenti ad attaccare un grande manifesto.)

*****

È cosi che va.
È una bella domenica di sole. Lei tira su la serranda, si affaccia alla finestra della sua nuova casa, nella sua nuova città, e si protende verso la luce, respirando a pieni polmoni.
Poi passa in un’altra stanza, sentendo dentro il petto rintocchi di pura gioia, una sinfonia di beatitudine. Tira su un’altra serranda, abbracciando la città con lo sguardo e…
E una faccia gigantesca, mostruosa, orripilante ricambia il suo sguardo. E anche se stenta a crederci, riconosce in quell’immagine orrenda, che occupa il cartellone dall’altro lato della strada, il proprio volto, paralizzato in una smorfia raccapricciante che non sapeva potesse appartenerle.
Nel petto rintocchi di mille campane stonate.
Tu la spii dalla soglia di un bar, con gli occhi gonfi per la notte insonne e la pancia gonfia di birra, troppo stravolto anche per ridere.
E ti dici che una cosa così Succhione non l’ha mai fatta.

FINE

17 commenti:

Heike ha detto...

Stupendo, mi lascia senza parole.
E Succhione è il mio eroe.

Il marito ha detto...

Se solo quel finocchio di Makkox facesse il suo dovere... Va a finire che torno a rompergli le scatole. E' stata un illuminazione, quasi non ricordavo di aver letto la prima puntata.

Anonimo ha detto...

uahhh
certo che a ripensarci era una bella roba!
adesso la tratterei diversamente però.
hmmm...

gli ho fatto solo danni all'amico angelo. mi spiace e me ne pento.
-sic-

vavè, pace.
M.

Anonimo ha detto...

che danni? solo perché ci hai infilato le moschine a rompere i maroni qua e là?... ma và!
..senti uno cosa si inventa pur di non finire il lavoro iniziato.. vekkia 'rekkia...

bravo Maddomacchio, tu sì che sei affidabile!

madmac ha detto...

si riferisce alla macchina, gli ho prestato la station wagon e me l'ha restituita tipo Smart!

Skiribilla ha detto...

Oh, Angelo, bravissimo davvero, questa storia è ancora più bella di quello che mi aspettavo (grazie di averlo messo e di non essere un politico).
Ora che l'ho letta però capisco ancora meno perchè fra i bei disegni dalle prospettive particolari e magnifiche Marco abbia sentito il bisogno di mettere le sue pisciatine marca-territorio (sbagliando anche il tono del racconto) visto che questo scritto è assolutamente nelle sue corde, oltre che ovviamente nelle tue.
Un'altra occasione persa.
Che palle.
Un vero peccato.

gb ha detto...

ma alla fine chi è che muore?

Anonimo ha detto...

@skiri
uahh... hehehe
le pisciatine marca territorio!
sbagliando il tono!
assolutamente nelle sue corde!
azz...

eh, una sceneggiatura la vedo come uno spartito. magari chi l'ha composto l'ha immaginato eseguito in un certo modo. poi, ogni interprete se lo suona a modo suo.
Certo, ci son interpreti che considerano sia il top l'aderenza alle intenzioni del compositore.
ma anche no.
ecco: io anche no.
mi faccio contaminare da uno spartito, lo assimilo, e tiro fuori la mia esecuzione.
oh, può piacere o meno. ogni giudizio è leggitimo, sul mio pezzo.
ma non è che l'abbia "rovinato" o "sbagliato" il pezzo di Angelo:
Lo spartito è sempre la.
le matite costano un euro 5 pezzi.
la carta più o meno lo stesso.
Suonatevelo, io ascolterò con piacere.

hehehe
ok, m'ha roso il culo.
ma son io anche questo: rosicone.
;)
un bacio
Mak

PS
I danni all'amico Angelo, di cui mi scuso in un commento precedente, son altri. Più che altro averlo protato in giro con i miei vaneggiamenti e propositi sempre disattesi.
Non pensavo e non penso di avergli rovinato il racconto/sceneggiatura... non averlo finito, ecco, quello si è poco rispetto. ma son cazzi nostri.

(azz ancora rode oh! ma poi passa)

madmac ha detto...

volemose bene!

mak, però stai ancora a chiamarla sceneggiatura, io sottolineo ovunque "NON È UNA SCENEGGIATURA" e tu... così la Marvel non m'assumerà mai, se pensano che le sceneggiature le scrivo così, maledetto!!!

Salem ha detto...

Caro Madmac,
ti volevo fare i complimenti. Scrivi da dio e questa ne è la comprova.
Cioè, a me rode il culo e come! Sapere di non poter vedere 'sta cosa disegnata da Makkox... azzo se non mi rode!

Mak... prendi quella c@##o di tavoletta e mettiti a lavoro!
SUBITO!

:P

madmac ha detto...

Caro Salem,
ti ringrazio vivamente.

Heike ha detto...

Caro Madmac,
cordiali saluti.
Ah no, scusa, volevo dire che "dai, anche a te è piaciuto Cavalli Selvaggi di McCarthy, io ho finito adesso la trilogia e son rimasto male, ma male che non si può dire quanto".
Cordiali saluti (adesso si).

madmac ha detto...

trilogia? come trilogia?!? mica ne sapevo niente! di McCarthy oltre questo ho "Meridiano di sangue" e "Non è un paese per vecchi", ancora da leggere. scommetto che non fanno parte della trilogia, vero?

Anonimo ha detto...

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madmac ha detto...

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philippewinter ha detto...

bellissimo!
(e poi bisognerebbe agirle certe idee)

Ed ha detto...

Questa è roba d'annata-mente buona. Mi ha tenuto incollato.

Per quanto stimi quella recchia di Marco, secondo me non era un racconto nelle sue corde, altrimenti avrebbe continuato a disegnare. Sarebbe potuto arrivare addirittura al 3 capitolo.

Mad... è che ci hai messo pochi piselli. Se non ci sono piselli da disegnà mi si demoralizza il ragazzo e poi smette U_U