22/05/07

Rock Will Save The World #02 - DISORDER



Oggi che mi sento come se un Alien dentro il mio stomaco avesse deciso di suicidarsi per la depressione (se appoggiaste un orecchio al mio ombelico lo sentireste singhiozzare... ma difficilmente lascio avvicinare qualcuno al mio ombelico), e c'è questo cielo che dovrebbe vergognarsi di sé stesso, è il momento adatto per abbandonarsi ai Joy Division.

Giugno 1979, nasce il sottoscritto. Del tutto ignaro (stranamente) che nel Regno Unito un altro parto altrettanto importante si è concluso, portando alla luce, ma sarebbe meglio dire "all'oscurità", "Unknown pleasure", album che definisce la gothic music insieme alle prime opere dei Bauhaus e "Pornography" dei Cure.
Gli anni 70 sono un decennio pieno di fuochi che si conclude con l'esplosione punk, grosso botto dalla vita breve ma che lascia sul campo molte macerie. Una nuova onda di musica si riversa sul terreno sgombro, ma ha molte facce e molte anime differenti. Se certi reduci del punk decidono di combattere e ricostruire caricando di significati politici il loro lavoro, altri sprofondano in un abisso di alienazione, confrontandosi con i lati più oscuri del loro animo, un tunnel senza alcuna luce in fondo.
Ian Curtis in questo tunnel ci è nato e non ne uscirà mai fino alla morte, per suicidio, a 23 anni. Affetto da epilessia come ne è affetta la musica del suo gruppo, tetra, martellante, ipnotica, tesa, spesso irrimediabilmente disperata, Curtis non crede nella cura, come il suo collega Robert Smith, ma solo nella fredda autopsia dei sentimenti.
"Disorder", traccia di apertura dell'album, richiama fin dal titolo la malattia e ci trascina dentro. E' un agguato. Morris comincia l'attacco con i colpi secchi della sua batteria, Hook ci costringe a una corsa frenetica incalzandoci col basso, Albrecht colpisce con sciabolate della sua chitarra lunare e ormai senza scampo non possiamo che arrenderci alla voce di Curtis.

I've been waiting for a guide to come and take me by the hand,
Could these sensations make me feel the pleasures of a normal man?
These sensations barely interest me for another day,
I've got the spirit, lose the feeling, take the shock away.


E' questa la musica dei Joy Division, scarna, affilata, lacerante, profonda. Una musica che ancora oggi ha una grossa influenza su molti artisti, preda della vertigine che offusca la vista, del pulsare doloroso che echeggia nel petto.

Rock è quando si è soli nel buio, anche al sole del mattino, tra la folla.

3 commenti:

Chris Osmoz (aka Rufus The Wing) ha detto...

wow...
...
Io non conoscevo.
Al solito, scrivi da menarti mazzate (azz).
Vabbè.

C.O.

madmac ha detto...

denghiu per le mazzate! :D
dei Joy Division scommetto che hai sentito "Love will tear us apart", la più famosa

Anonimo ha detto...

Buonasera e Piacere Si vede che esere del giugno del 79 è un fattore di rischio per amare i Joy division! (il tuo post direi che non fa propriamente schifo :)